Piazza della Rampa o Peschiera (attuale Piazza Gorizia)

Era l’area compresa fra la piazza del Porto o Mercato e il Porto Militare, affacciata su una ansa di lago in cui si apriva la Peschiera e Darsena Borromea, che erano porto e peschiera privati della famiglia.

Gli scarichi indiscriminati dei rifiuti del vicino mercato e soprattutto delle macellerie resero fetide le loro acque stagnanti e nel 1834 i Borromeo cedettero la Peschiera a titolo gratuito al Comune. Nello stesso periodo si era evidenziata la necessità di allargare la piazza del Mercato, dato l’intenso scambio commerciale che vi si svolgeva. Il Comune decise quindi di bonificare la zona interrando la Peschiera e creando uno spazio a servizio del mercato. Tale decisione non fu unanime e fu contrastata da quanti ritenevano sarebbe stato meglio spostare il vecchio porto della piazza, piccolo ed insicuro esposto ai venti, alla Darsena Peschiera più grande e sicura. Si sarebbe interrato il porto della piazza allargando lo spazio del mercato, ma la proposta non venne seguita.

(F. Medoni, Memorie storiche di Arona,libro XI p.284,285,286 - 1844)

Il nuovo spazio era separato dalla piazza Mercato dall’edificio del Quartiere e fu chiamato piazza della Rampa o Peschiera e dedicato alle attività di macelleria e nel tempo in parte selciato. Su di esso si apriva anche la Rampa di collegamento con la sovrastante strada napoleonica del Sempione.

Nel 1844 un comodato fra Comune e il signor De Filippi autorizzò costui ad erigere a proprie spese un edificio a due piani addossato al muro a lago che andava dal fabbricato del Quartiere alla Peschiera, con sei botteghe di macelleria a piano terreno, in cambio dell’uso per dodici anni dei locali al primo piano adibiti a magazzini del grano. In una parte dell’edificio del Quartiere erano ospitati i Regi Carabinieri, in un’altra parte l’associazione ‘Biscazza’, un comitato che aveva preso nome da una osteria un tempo adiacente al quartiere, e che si occupava della organizzazione di eventi pubblici in campo turistico.

La piazza della Rampa attorno all’anno 1860 venne poi abbandonata dai macellai, che si trasferirono in altre sedi più convenienti, e quindi si verificò una marginalizzazione rispetto alla città che nel frattempo si era estesa a sud negli spazi di Porta Nuova.

Con l’avvento della sede della Società Operaia, nata nel 1866, e l’annessa scuola serale sorta per portare gli adulti ed i giovani almeno sino alla licenza elementare, il sito riprese un progressivo sviluppo socioculturale. Seguirono nel 1879 il Circolo Operaio, sorto con finalità sociali, che fondò il Corpo Musicale le cui prove venivano effettuate in un ampio salone. Si organizzarono i giochi della Biscazza con aspetti anche curiosi come la gara di lentezza detta la ‘Corsa della lumaca’.

Anche le nascenti idee socialiste fermentarono e si svilupparono negli ambienti di questa piazza, ove si tennero le prime riunioni. Ci fu il cinema Excelsior, sensazionale novità per l’epoca, che nel 1899 dava spettacoli utilizzando il salone del Circolo Operaio. La cultura che avvolgeva la piazza era quindi più di tipo popolare democratico progressista contrapponendosi ad altre zone della città ove era di tipo più raffinato e conservatore.

Poco prima della fine dell’ottocento comparve anche l’Unione Nautica Verbanese, che fu eretta sopra il molo orientale dell’antico porto militare, ove ora sorge la Nautica, e si crearono ‘capanne’ balneari e gare sul lago. Successivamente nella piazza trovò sistemazione anche la Società Sport Club con attività calcistica e gare di Foot-boll ( sic!) su un campo estemporaneamente ricavato sulla piazza.

Piazza della Rampa fu quindi un ribollire di vari fermenti ma fu anche soggetta al traffico di carri, che usavano la Rampa per collegarsi alla strada del Sempione, soprattutto i carri di pietrisco diretti alla stazione ferroviaria e lacustre. Il transito era infatti più agevole sia perché la pendenza era migliore sia perché evitava l’attraversamento delle vie centrali del borgo su cui avrebbero scavato profondi solchi e pozzanghere in caso di pioggia, con inasprimento delle discussioni che già si erano create con la popolazione.

La sicurezza della Rampa era precaria, data l’assenza di illuminazione e di protezioni, per cui non erano infrequenti i casi di cadute sulla piazza, tanto che il Comune all’inizio del ‘900 provvide a sostituire gli isolati paracarri con un muricciolo. Nell’angolo più alto del muro di sostegno della Rampa il basamento del torrione occidentale del Porto Militare fu inglobato ed è ancora parzialmente visibile.

Al successivo abbandono delle attività sociali e politiche, che si trasferirono altrove, la piazza della Rampa perse il proprio equilibrio e con esso l’animazione che la contraddistingueva, ritornando marginale alla Città. Essa fu ridotta ad un deposito per i giorni di mercato o stazionamento delle bestie o transito per controllo igienico delle stesse in occasione delle fiere, con conseguenze facilmente immaginabili ( A.Carnevale, Arona 1880-1914, p. 310 e seg. – 2002).

La fondazione della Nautica, con le sue varie attività ( per le quali si invita a leggere gli articoli di G.DiBella), recuperò nuova vita alla piazza.

Oggi sulla piazza è ancora visibile lo scenografico accesso a doppia scalinata che il conte Tullio Cantoni fece aprire per ingresso al parco della propria villa, ornandolo con una pubblica fontana a immagine di una donna con un tritone da cui zampilla l’acqua.

Con l’avvento del fascismo la piazza della Rampa venne ridenominata piazza Gorizia. Essa fu trasformata in un mercato coperto le cui pensiline vennero in tempi abbastanza recenti abbattute per far posto a parcheggio.

Nel dopoguerra la Nautica divenne circolo tennistico privato con molo per bagni, salone per feste e campi da tennis, organizzando importanti tornei nazionali. Abbandonato dalla gestione privata e tornato al Comune è stato per molti anni praticamente abbandonato in attesa di una sistemazione e ora è ripristinato nei campi da tennis e annesso bar ristorante. Anche il Torrione di ingresso all’antico porto, ormai interrato, è stato riattato.

Nella sede della Nautica sono ben visibili parti dell’antico Porto Militare come i resti del molo settentrionale e della torretta angolare presso la attuale spiaggia verso le Rocchette, i resti del molo orientale, sul quale è edificato l’edificio, la torre semicircolare di Giberto II, i resti del basamento del torrione occidentale inglobati nel muraglione di sostegno della Rampa. I resti della torre quadrata e della murata a lago verso sud sono inglobati, ma parzialmente visibili, nel basamento del lungo edificio ottocentesco che attualmente fiancheggia piazza Gorizia, riconoscibili per la presenza del cordolo detto ‘redondone’ o ‘cordolo’ tipico delle mura Borromaiche

( P.Frigerio –C.A.Pisoni, Le fortificazioni Borromee di Arona tra XV e XVI sec. in ‘Arona tra Medioevo ed età moderna-Atti IX Convito Verbanisti’ pp.247 e seguenti, p.264 documentazione fotografica G.DiBella - Alberti edit. 1998).

La Rampa è la strada a piano inclinato eretta a inizio ottocento, dopo la distruzione della Rocca, come collegamento fra il Borgo e la nuova strada Napoleonica del Sempione. Essa è sorretta da un muraglione a grossi massi e costeggiava la ‘Peschiera’ privata dei Borromeo, poi gratuitamente ceduta al Comune nel 1834 e colmata per eliminare i cattivi odori stagnanti e nel contempo acquisire nuovi spazi al servizio della piazza del Porto sede del mercato. Con la creazione della piazza della Peschiera la Rampa venne un poco arretrata.

Essa era soggetta al traffico di carri che la usavano per collegarsi alla strada del Sempione, soprattutto i carri di pietrisco diretti alla stazione ferroviaria e lacustre. Il transito su di essa era infatti preferibile sia perché la pendenza era più agevole sia perché evitava l’attraversamento delle vie centrali del Borgo ancora sterrate, su cui i pesanti carri scavavano profondi solchi e pozzanghere in caso di pioggia, con l’inasprimento delle discussioni che già si erano create con la popolazione.

La sicurezza della Rampa era precaria, data l’assenza di illuminazione e di protezioni, per cui non erano infrequenti i casi di cadute sulla piazza, tanto che il Comune all’inizio del ‘900 provvide a sostituire gli isolati paracarri con un muricciolo.

Nell’angolo settentrionale e nella parte più alta del muro di sostegno della Rampa è inglobato ed ancora parzialmente visibile il basamento del torrione occidentale dell’antico Porto Militare

(A.Carnevale, Arona 1880-1915, p.310,320 - 2002) (Gasma, Mostra Giuseppe e Luigi Bottelli, p.21 – 2006)

 

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