Piazza del Porto o Del Mercato o Del Popolo

Assieme al Prato Oliveto ( attuale piazza San Graziano) era uno dei due spazi commerciali medioevali di Arona. Piazza del Porto si affacciava sin dal medioevo sul porto commerciale che rientrava ad occupare una buona parte della stessa. Questo porto era l’accesso al borgo dal lago, ed era protetto da alte mura e due torrioni collegati nella notte da una grossa catena e presidiato da una guarnigione di soldati. Esso venne interrato nel 1875. Una immagine fotografica della seconda metà del’800 presa da lago mostra ancora la presenza di questi due torrioni. La piazza attuale è chiamata Piazza del Popolo e in essa sono visibili, segnalati sul terreno, i limiti di questo antico porto.

Arrivando nella piazza provenendo dal lago proprio di fronte si erge il Palazzo di Giustizia detto Broletto, edificio medioevale a struttura gotico lombarda con portico a sei archi.

A sinistra la Chiesa borromaica della Madonna di Loreto, ora Santa Marta, eretta nel 1592 sulla demolita chiesa di Santa Caterina; ha una doppia scalinata di accesso con pronao del 1646 su disegnati di Francesco Maria Richini.

Fra il Palazzo di Giustizia e la chiesa si osserva un palazzo porticato che fu sede del più antico albergo delle Poste a Cavallo in Arona, l’Albergo Italia, cui facevano capo le diligenze postali svizzere, con cortile interno e portone di accesso i cui stipiti sono protetti da paracarri angolari per evitare danni al passaggio delle carrozze.

All’estremo sinistro della piazza, ove inizia il corso Cavour , si nota un edificio a tre piani con un porticato ad archi a tutto sesto sorretto da colonne granitiche con capitello. Esso fu sede del Monte dei Pegni, voluto da San Carlo Borromeo, dopo una temporanea sede nelle vecchia chiesa di Santa Caterina o nelle sue pertinenze. Secondo G.Pau la facciata era affrescata, come emerso in un recente restauro, ed all’interno al primo piano sono ancora presenti affreschi del tardo 1400 inizio 1500. All’angolo fra il corso e la discesa della Roveretta, attuale via Pertossi, si erge la casa natale di Pietro Martire d’Anghiera, vissuto ed onorato alla corte di Spagna, primo e fondamentale storiografo delle imprese di Cristoforo Colombo e dei grandi navigatori dell’epoca, conosciuto e stimato nel Califfato d’Egitto ed a Gerusalemme e da papa Adriano VI. Alla morte nel 1526 Pietro Martire fu sepolto nella cattedrale di Granada di cui era priore. In realtà l’edificio presentava un portico che però venne demolito.

Fra la casa di Pietro Martire e la Chiesa di Santa Marta aveva sede nel 1600 il deposito e l’esattoria del sale o Gabella del Sale.

L’edificio sul fianco sinistro sbarcando da lago, di fronte alla Chiesa, presenta balconi in ferro battuto con il motto borromaico ‘Humilitas’ e sulla facciata si notano archi venuti alla luce in un recente intervento, due a tutto sesto ed uno a sesto acuto. In esso avevano probabilmente sede il corpo di guardia del porto e gli uffici del Dazio ( Giuliani, Arona nel settecento, p.98,99 – 1996) . Di fronte al Porto a destra del Broletto si affiancano altri edifici che appartenevano alla borghesia aronese con funzioni di abitazioni e di botteghe.

L’edificio massiccio che tuttora delimita la piazza a settentrione era detto il ‘Quartiere’, utilizzato nel passato come acquartieramento militare, e separava dalla Peschiera o Darsena Borromea. Ad esso vennero addossati tra il 1810 e 1820 cinque locali per il commercio dei macellai ma ciò si rilevò un problema igienico perché scarti e interiora di macellazione venivano scaricati a lago creando aria mefitica sia sulla piazza che nella attigua Peschiera.

Nel 1844 venivano abbassate le mura del porto per consentire miglior areazione della piazza, a volte soffocata dai miasmi delle attività mercantili. Il porto, i cui flussi si erano già ridotti dopo il 1855 a motivo della entrata in funzione del nuovo imbarcadero presso la stazione ferroviaria, venne interrato nel 1875 aprendo un più ampio spiazzo alla attività del mercato. Il tradizionale mercato avveniva ogni martedì ed era particolarmente frequentato. Gli espositori pagavano al Comune il diritto di ‘terraggio’ cioè di occupazione del suolo pubblico.

Quando i mercanti di stoffe e affini aventi banco nella piazza San Graziano richiesero il trasferimento altrove degli altri generi, in quanto occupavano la piazza con animali e carri, il mercato di piazza del Porto, divenuta piazza Vittorio Emanuele, si intasò. Pertanto nel 1899 le attività vennero regolamentate sistemando al centro piazza un alto palo per illuminazione notturna ( era infatti permessa anche la vendita notturna, che venne sospesa solo nel 1901 per motivi di quiete pubblica). La frutta venne sistemata nell’area a settentrione del palo, mentre nell’area verso il corso si misero ferramenta, maglieria, calzature e affini. Fra gli anni 1903 -1904 ci furono scaramucce fra Arona e Meina sui diritti di mercato con tentativo di Meina, appoggiata da Lesa ed alcuni comuni del Vergante, di scalzare il diritto di Arona al suo mercato, sancito dall’epoca medioevale.

 

(G. Pau, Percorsi storia e documenti artistici del Novarese –Arona, p.126 e seg. – 1998), ( R. Ajolfi, Arona il diligenza, p.283 e seg. In Antiquarium medio novarese III –GASMA 2009), ( F. Medoni, Storia di Arona, 1844), ( A. Carnevale, Arona 1880-1915, p. 173 e seg., 182- 2002) ( C. Giuliani, Arona nel 1700, p. 98- 1996)

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